Orientare significa accompagnare una persona o un piccolo gruppo di persone nella pianificazione e nella costruzione del proprio progetto di vita professionale, offrendo supporto ai processi decisionali che stanno alla base delle scelte critiche che ne scandiscono l’evoluzione: gli studi, la formazione, l’inserimento nel mercato del lavoro, la progressione di carriera, il reinserimento in caso di incidenti di percorso più o meno dipendenti dalla propria volontà, l’uscita non sempre agognata dal mondo del lavoro.

Ogni singola presa di decisione deve maturare all’interno di un progetto personale: l’orientamento va quindi visto come auto-orientamento. La persona è sempre l’agente principale del proprio sviluppo e, in ogni scelta, deve essere sempre al centro dell’attenzione.

La consulenza di orientamento mira a favorire la conoscenza di sé.

Scoprire le proprie attitudini, capacità, interessi e motivazioni, acquisire consapevolezza delle risorse interne ed esterni di cui si dispone e che possono essere valorizzate nella progettazione e definizione del proprio percorso di carriera, potenziando la capacità di elaborare strategie per fronteggiare le difficoltà: scegliere quali percorsi scolastici e formativi intraprendere; acquisire informazioni sulle opportunità offerte dal contesto di riferimento; cercare attivamente la prima occupazione; riqualificarsi e ricollocarsi nel mercato del lavoro, se l’attuale occupazione è in crisi o a rischio. In ognuno di questi momenti, l’obiettivo è sempre quello di attivare un processo di assunzione di responsabilità personale.

La consulenza di orientamento va dal colloquio a percorsi più articolati, quali il bilancio di competenze o il career coaching.

Generalmente la configurazione più adeguata è la relazione d’aiuto individualizzata, ma in contesti in cui il target è omogeneo, ad esempio la scuola o l’outplacement di gruppi di lavoratori, è possibile svolgere una parte consistente dell’intervento in gruppo.